Il 2017 sembrava l’anno buono per la Ferrari. Dopo le delusioni delle ultime stagioni, in cui la Rossa non era mai riuscita ad essere competitiva nei confronti della Mercedes, la Scuderia di Maranello era riuscita a cambiar rotta ed a mettere in pista una monoposto molto competitiva. Le due vittorie ottenute nella prima gara in Australia e nel terzo GP stagionale in Bahrein avevano fatto sognare tifosi della Ferrari ed avevano dato fiducia a tutto il Team, che era convinto di poter riportare a casa quel titolo mondiale piloti che manca dal lontano 2007 (in quell’occasione fu Raikkonen a trionfare al termine della stagione). Sebastian Vettel ha guidato la classifica iridata dal 1° fino al 12° GP stagionale, ma poi ha dovuto cedere il passo alla Mercedes di Lewis Hamilton che nelle ultime 4 gare ha fatto il vuoto dietro di se (l’inglese ha 306 punti in classifica contro i 247 di Vettel), approfittando degli errori e delle mancanze della Ferrari.
Il periodo nero della Ferrari in questa stagione è iniziato con la collisione al via del GP di Singapore che si è corso il 17 settembre a Marina Bay. Dopo una grande qualifica Vettel partiva in poleposition, con Raikkonen che scattava dalla quarta posizione. Al via il finlandese era il più bravo di tutti ed affiancava Vettel, con Verstappen chiuso a sandwich tra i due ferraristi. La gestione della partenza non era impeccabile, con Vettel che puntava verso la corda, provocando una collisione che metteva fuori sia lui che Raikkonen (oltre che Verstappen). Hamilton ringraziava, ed in un weekend in cui era stato poco competitivo riusciva comunque a portare a casa una facile vittoria e ad allungare su Vettel portando a 28 punti il suo vantaggio in classifica. Nella gara successiva, in Malesia, la Ferrari accusava problemi di affidabilità. Vettel non riusciva a prendere il via alle qualifica a causa di un problema al Turbo e doveva partire dall’ultima posizione in griglia di partenza. Il pilota tedesco faceva una grandissima gara, chiudendo al quarto posto e perdendo altri punti su Hamilton (2° al traguardo), con il distacco in classifica che saliva a 34 punti. Nel GP del Giappone che si è corso a Suzuka è stata ancora una volta l’affidabilità della monoposto a fermare Sebastian Vettel, che è stato costretto al ritiro dopo pochi giri a causa di una problema alla candela (un componente che costa 59€ dirà poi Marchionne). Hamilton vince agevolmente la gara davanti a Verstappen e porta il vantaggio in classifica a 59 punti, chiudendo di fatto i giochi in ottica mondiale, visto che i soli 100 punti in palio delle prossime 4 gare.
Dove vanno ricercate le cause di questa occasione persa da parte della Ferrari? L’affidabilità nelle ultime gare è stata determinante e probabilmente è dovuta ad uno sviluppo troppo estremo fatto dagli ingegneri per colmare il gap motoristico nei confronti della Mercedes. Ma a lungo andare uno dei problemi è stata anche la scelta di puntare su un solo pilota, Sebastian Vettel, scegliendo un secondo pilota come Kimi Raikkonen che è sul viale del tramonto e che non è mai riuscito ad essere abbastanza competitivo durante il corso della stagione (Bottas, compagno di Hamilton, ha vinto due gare). E visto che entrambi i piloti sono stati confermati anche per la prossima stagione, questo problema potrebbe ripresentarsi anche nel corso della prossima stagione. La Ferrari è sicura di aver fatto la scelta giusta?