Valentino Rossi al capolinea? Il pilota di Tavullia sta affrontando una delle stagioni più difficili della sua carriera, ed a 40 anni suonati in molti i chiedono se il 9 volte iridato sia ormai arrivato al termine della sua gloriosa carriera. Rossi ha ancora un anno di contratto con la Yamaha, ma ha davvero senso andare avanti in sella ad una moto non competitiva come quella di Iwata?
Tra gli addetti ai lavori della MotoGP sta iniziando a circolare la voce di un suo possibile ritiro a fine stagione, quindi con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza del suo contratto in Yamaha. Sarà vero?
Proviamo ad analizzare il lunghissimo “momento no” del Dottore per cercare di capire cosa sta succedendo.
Valentino Rossi al capolinea?
Partiamo dall’inizio della stagione 2019 di Valentino Rossi. Dopo un 5° posto nella gara di apertura, Rossi ha collezionato due secondi posti che l’hanno portato a pochi punti dalla testa della classifica iridata. Nonostante una moto poco competitiva rispetto ad Honda, Ducati ed ance Suzuki, sembrava che con costanza ed esperienza Rossi potesse provare a giocarsi le sue chance in campionato. Ma dopo le prime 3 gare c’è stato il baratro: due modesti piazzamenti e 3 ritiri consecutivi (una serie negativa che non si ripeteva dal 2011) hanno virtualmente messo la “parola fine” sulla sua stagione. E soprattutto hanno dato una mazzata al morale di Valentino, anche perché due delle cadute sono arrivate al Mugello e ad Assen, le sue piste preferite.
La cosa peggiore è che ad inizio anno il Dottore era sempre il migliore di casa Yamaha, ma con il passare delle gare Vinales ed anche Quartararo sulla Yamaha clienti hanno ottenuto risultati migliori del pilota italiano, con Vinales che ha portato a casa anche una vittoria nel Gran Premio d’Olanda 2019.
Ad oggi Rossi è 6° in classifica ad oltre 100 punti di distanza da Marc Marquez, ed alle spalle del proprio compagno di squadra, Maverick Vinales ed anche di Alex Rins.
Il gradino più alto del podio
Valentino Rossi è a digiuno di vittorie da oltre due anni. L’ultimo successo in MotoGP del pilota italiano risale al Gran Premio d’Olanda 2017, datato 25 giugno 2017. Un’eternità per un campione come Valentino! Ma la situazione è ancora più pensate perché nel corso di questo arco di tempo, nonostante la Yamaha sia sempre stata poco competitiva, gli altri piloti sono riusciti a salire sul gradino più alto del podio.
Ma oggi come oggi il problema di Rossi sono le qualifiche. In gara il Dottore riesce sempre a tirare fuori il massimo dalla sua moto, ma in prova invece sembra l’ombra del campione che abbiamo ammirato per anni. Quest’anno Rossi è passato ben cinque volte dalla Q1 ed in 4 occasioni non ha superato il taglio. Quando hai una moto non competitiva partire dalle retrovie è un handicap enorme.
Il decimo titolo
Nella testa di Valentino però c’è sempre il decimo titolo mondiale. Anche ora che è a un passo dal ritiro, ha sempre la voglia di correre che aveva all’inizio della carriera. Ed è per questo che crede ancora alla possibilità di vincere il titolo mondiale. Quel decimo titolo che ha sfiorato nel 2015 oggi pare una chimera. Ma il solo fatto di crederci gli permette di alimentare il sogno e la speranza, dandogli quell’energia mentale che a 40 anni suonati gli permette di dare battaglia a ragazzi che hanno 20 anni meno di lui.
La nuova moto
La prossima settimana la MotoGP tornerà in pista a Brno, dove la Yamaha porterà delle novità importanti in vista della stagione MotoGP 2020. Gli ingegneri giapponesi hanno promesso a Rossi e Vinales di avere una novità importante, ovvero l’embrione della M1 del prossimo anno. I due piloti ufficiali potranno capire quale sarà la base da cui ripartire nella prossima stagione, iniziando lo sviluppo della moto già nella seconda parte del campionato in corso, ormai nelle mani di Marquez.
Rossi oggi deve sapere dentro di sé di poter contare su una moto vincente. Ha bisogno che la nuova Yamaha sia quanto meno alla pari con le moto dei rivali.